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The stream of the Arkage

Ecco perché il Nokia 3310 è post-digital

Picture of Gabriele Dusi

di Gabriele Dusi

8 marzo 2017

post-digital

La scorsa settimana al Mobile World Congress è accaduto l’inaspettato: nel bel mezzo delle ultime innovazioni nel campo degli smartphone e della tecnologia mobile è tornato lui, il mitico Nokia 3310.

Il “nuovo” 3310 si ripresenta quasi identico a come lo avevamo lasciato 17 anni fa, ma con qualche piccolo upgrade:

  • un display a colori da 2,4 pollici
  • una semplice fotocamera da 2 MP
  • Snake remastered
  • un’autonomia praticamente infinita, 22 ore di chiamata e un mese di standby

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Passato l’effetto nostalgia, ci siamo chiesti un po’ tutti le motivazioni per un simile ritorno. Il sentiment online sulla celeberrima resistenza del 3310 (avrete notato l’abbondanza dei meme a riguardo) basta a giustificare del tutto una mossa commerciale del genere?

Secondo noi c’è molto di più in ballo.

Dopo il fallimento dell’era dei Windows Phone, Nokia è ripartita attraverso il marchio HDM. HDM ha presentato parallelamente al 3310 la nuova serie di smartphone (Android questa volta). 

Il modello non è ancora in vendita, ma le notizie e le recensioni disponibili sollevano già alcuni dubbi: perchè non c’è Whatsapp? E un’interfaccia mail semplificata? Ok, forse la mail potrebbe essere troppo esigente in termini di memoria e risorse (in fondo è un telefono da 49€).

Probabilmente però è quello che vuole Nokia: cambiare il rapporto tra l’utente e il mezzo fisico.

Siamo costantemente iperconnessi e il rapporto tra ciò che è buzz e ciò che è informazione sta deviando pericolosamente sempre di più verso il primo. La nostra soglia di attenzione cala ogni giorno di più (ora siamo a quanto, 6 secondi?) e la pigrizia digital aumenta.

Ecco quindi perchè il Nokia 3310 è post-digital: è fluido, semplice da usare, ed è a misura d'uomo (non si rompe, puoi permetterti di perderlo, non devi trattarlo come un cristallo prezioso). 

È user experience nella forma più ontologica, ma con attenzione alla modernità.

E proprio qui sta il vero progresso tecnologico: nella user experience. il pubblico è saturo di procedure macchinose, di fare da beta tester inconsapevole, di aspettare sempre la nuova release con promesse di feature che non sono mai presenti del tutto. L’innovazione tecnologica deve semplificare la vita, ma soprattutto deve farci risparmiare tempo, pensate per esempio agli Airpods Apple.

Siamo pieni di nuove proposte, e anche un po’ stanchi di dipendere dagli smartphone. Ma forse non ne siamo del tutto consapevoli, ecco perchè Nokia è arrivata al momento giusto per dircelo.

Gli utenti probabilmente si stuferanno presto di un cellulare che serve solo per telefonare, ma il messaggio è chiaro: siete sicuri di non aver bisogno proprio di questo? Tolte le emergenze di lavoro, in cui uno smartphone può rivelarsi essenziale, abbiamo davvero questo bisogno di innovazione, di aspettare il nuovo ogni 4 mesi?

Non sono mere questioni filosofiche, ma domande reali: è finita l’era del pionierismo tech, in cui si desiderava un prodotto anche solo per la curiosità di provarlo, per capirne le potenzialità, pur sapendo che poteva non funzionare o rivelarsi completamente inutile.

Nokia ha lanciato un messaggio definito: 

non avete bisogno di fissare sempre uno schermo, avete bisogno di un telefono che non si scarichi ogni 3 ore, che non si rompa se cade una volta e che possibilmente non esploda.

Il bello è che paradossalmente il fulcro di questa operazione sono proprio i nuovi smartphone Nokia: il leggendario 3310 trasmette una nuova luce positiva sui nuovi smartphone in arrivo.

(Cover photo di Marco De Stabile)

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Gabriele Dusi

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